Mafé: vecchio, saggio e squinternato

Mafé: vecchio, saggio e squinternato

Mafé è l’aiutante più anziano della compagnia di Gelindo che da tempo aiuta il pastore nelle mansioni più umili. È proprio lui che viene incaricato dal protagonista a fare la guardia alla capanna durante il viaggio dei pastori per incontrare il divin bambino. Per la vecchiaia, Mafè è costretto a stare ricurvo per tutta la rappresentazione. A causa della sua inclinazione e per una vista non propriamente nitida, sembra osservare i suoi colleghi con uno sguardo sempre un po’ sospettoso. Ci piace pensare che il vecchio garzone sia un Tirsi un po’ avanti con gli anni, che da tempo aiuta Gelindo con grande devozione e per mancanza di grandi alternative. Il suo modo di interpretare l’evolversi delle scene ricalca con precisione il modo di fare tipico alessandrino: sospettoso, introverso, furbo e dannatamente realista. 

Il nostro Mafé ha un piccolo grande vizio: l’amore per il vino. Per farvi comprendere quanto sia smisurato il suo amore per questa bevanda, Gelindo dice che, quando per Mafè sarà l’ora di salutare tutti, verrà imbottigliato invece che sepolto. 

Nonostante il continuo brontolio facilmente percepibile dalle battute del vecchio personaggio, Mafé è dotato di una straordinaria saggezza. Non si rammarica granchè di non essere andato con gli altri a Betlemme: certe cose i saggi non hanno bisogno di vederle con gli occhi. 

È il guardiano della piccola fortezza di Gelindo e, insieme a Tirsi, forma una coppia di lavoratori non tanto efficaci, ma sicuramente divertenti. I due sono in scena per uno dei momenti più comici della divota cumedia: Tirsi decide di raggiungere gli altri pastori, già partiti per il viaggio verso il Messia, e fa di tutto per ingannare l’anziano compagno di lavoro. 

“At tors el col cm’en pulastren, at tors el col cm’en pulastren!”

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