Gelindo: il pastore dal cuore d’oro

Gelindo: il pastore dal cuore d’oro

Gelindo è un umile pastore originario della zona di Alessandria ed è il protagonista dell’omonima rappresentazione. Vive in una modesta capanna insieme a suo figlio Narciso e ai suoi garzoni. Dalle prime scene è facile intuire la purezza dell’uomo, semplice e dal cuore d’oro, ma dotato della scaltrezza indispensabile per sopravvivere a una vita, come direbbe un vero alessandrino, grama. Vive idealmente in un’epoca sospesa tra l’oggi e il tempo in cui nacque Gesù, indossa abiti pesanti e tradizionali. Il suo capo più distintivo? Il cappello! Color grigio di grande eleganza ornato con due nastri di color arancione e rosso. Gelindo non se ne separa mai, tanto da farsi riprendere anche dal suo piccolo figliolo in diverse occasioni.

La rappresentazione narra che fu lui, insieme alla sua compagnia, il primo pastore a visitare Maria e Giuseppe alla nascita di Gesù. Gelindo è quindi il primo ponte lanciato tra il divino e l’uomo qualunque, ed è sua la prima, goffa esplosione di meraviglia. Vogliamo credere che sia stato il pastore alessandrino ad accogliere il messia nel mondo terreno con la sua immensa dolcezza e quel tocco di alessandrinità che ne condiziona i pensieri e le espressioni. 

Gelindo è il personaggio principale e, per questo motivo, domina la maggioranza delle scene della rappresentazione. I momenti più emozionali che lo vedono al centro del palco sono molteplici, ma il momento del saluto finale è solo per cuori forti. Gelindo, nell’ultima scena, scopre insieme ai pastori che il bambin Gesù è sopravvissuto all’agguato dei soldati romani e si rivolge direttamente a lui per un saluto strappalacrime.

Ciau bel bambén, u to ricord a ‘s la stampuma chi ‘n tel cor, ciau bel bambén e bunasira…

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